DAL TRATTORE AL VESTITO DA SERA

Oggi andiamo a conoscere una giovane donna titolare di una azienda agricola a Povo: Giorgia Lorenz, 29 anni. I suoi vigneti si trovano in collina est di Trento.  L’indirizzo è principalmente viticolo, ma ha anche altre attività quali l’apicoltura, l’orticoltura, la coltivazione di erbe officinali, la trasformazione di verdura e frutta biologiche in prodotti cosmetici.

1) Come hai iniziato il tuo percorso?
Finito il liceo e dopo un anno di studio e lavoro all’estero, era arrivata l’ora di scegliere la mia strada. Ho preso in considerazione la possibilità di seguire il progetto di mia mamma e quindi entrare nell’azienda di famiglia, tramandata da generazioni: da madre in figlia. L’indirizzo scientifico, la materia Agraria e l’opportunità di lavorare in qualcosa di mio, mi hanno convinto a intraprendere questo percorso.

2) Come mai ad una giovane donna piace un lavoro in campagna?
Sicuramente la mia passione per questo lavoro deriva dal fatto che si tratta di un’azienda propria, che porta avanti una tradizione di famiglia con la possibilità di svilupparla e darle un’impronta personale. Non nascondo di aver subito considerato questa opzione come una sfida personale, consapevole che il settore in cui avrei lavorato era molto particolare per una giovane donna. Tuttavia trovo meraviglioso essere a contatto con la natura all’aria aperta e lavorare in un settore così indispensabile e concreto come l’agricoltura.

3) Di giorno lavori in campagna, poi la sera esci e ti metti anche l’abito da sera?
Certamente! Anzi proprio perché durante la mia giornata in campagna indosso indumenti comodi e sportivi e spesso torno a casa con le mani sporche, i capelli arruffati e la schiena dolorante, mi piace entrare in doccia e uscirne come nuova, indossare qualcosa di femminile, un velo di trucco, qualche gioiello e uscire assieme al marito e amici!

 

Giorgia Lorenz nel suo vigneto

4) Le donne cosa portano in più in agricoltura? Hanno una maggiore attenzione per il biologico?

Credo che la donna proprio per natura possa dimostrare una sensibilità maggiore verso quegli aspetti legati all’ambiente, al rispetto della natura, all’attenzione per quello che produce, come lo produce e perché lo produce. Ovviamente esistono anche uomini consapevoli di queste cose, però penso che generalmente la donna si ponga un obiettivo pratico tenendo sempre in considerazione gli ideali in cui crede e senza venirne meno. In questo senso le aziende agricole al femminile vendono un’idea e non solo un prodotto e perseguono il loro progetto con attenzione a tutte la fasi del processo e a quello che ci gira attorno.

5) Cosa pensano i tuoi amici e familiari del tuo lavoro?
I miei familiari sono orgogliosi che io abbia intrapreso questo progetto con entusiasmo e dedizione e mi sostengono nei momenti più difficili. Gli amici sono affascinati da questo mondo che non conoscono bene e che, come me fino a dieci anni fa, sentono lontano. Si interessano al mio lavoro con curiosità e partecipano ai miei progetti e ai miei sogni.

6) Come ti vedi tra 10 anni ? Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Nei prossimi anni vorrei dedicarmi alla mia famiglia, anche “quantitativamente” e realizzare qualche sogno nel cassetto. Desidero sviluppare l’azienda e differenziare l’attività, che ora si basa principalmente sulla viticoltura. Un desiderio è quello di arrivare alla bottiglia di vino di propria produzione, per dare valore ai vigneti di famiglia e al ciclo produttivo adottato. Anni fa, inoltre, era nata l’idea da mia mamma, di realizzare un agriturismo con pernottamento e prima colazione, per avverare il sogno di completare il cerchio aziendale: produzione biologica, prodotti con marchio proprio, offerta agrituristica che valorizzi il nostro territorio, il nostro lavoro e i nostri prodotti. Ora spetta a me svilupparla!

7) Ti occupi anche di tempi che interessano la tua comunità, come la formazione del biodistretto di Trento.
Sono convinta che per aiutare la mia azienda serva prima aiutare l’ambiente circostante e quindi migliorando e potenziando il territorio in cui viviamo, la mia azienda, come tante altre, riesce sicuramente a trarne vantaggio. Bisogna creare un progetto completo e forte, solo così anche le piccole realtà possono beneficiarne ed emergere. Credo nel biologico come metodo produttivo valido non solo per il consumatore finale, ma anche e soprattutto per l’operatore e per tutta la comunità.  Considero indispensabile inoltre il concetto di rete di impresa, cosa che abbiamo attivato per ora con mia mamma, perché solo valorizzando le differenze e facendo sinergie tra le varie aziende, possiamo arricchirci come singoli.

Giorgia con il suo ragazzo

8) Cosa ti piace del tuo lavoro e cosa no?
Ci sono giornate di sconforto sia perché il mio lavoro sottostà alle condizioni climatiche, non sempre favorevoli, sia perché ogni tanto mi scontro con la difficoltà fisica e con le scomodità di questo mestiere, cose che mi fanno a volte sentire inadeguata. Per fortuna la ragione ha la meglio e mi ripeto che niente è impossibile, che posso farmi aiutare quando non riesco fisicamente a fare qualcosa e che, scesa dal trattore e tolti gli scarponi infangati, con una semplice doccia torno a essere una giovane donna elegante! A parte questi piccoli imprevisti, adoro l’idea che la mia collega sia la natura, mi piace seguire i suoi ritmi, cercare di darle un indirizzo e sorprendermi ogni volta che il mio lavoro consista più che altro nell’accompagnare il processo naturale e raccoglierne i suoi frutti. E’ bello vedere a fine stagione il risultato della proprio attività e avere un prodotto da offrire al consumatore che esprima non solo il territorio ma anche il proprio saper fare.

9) A volte rimpiangi di non avere un lavoro in ufficio e poter riposare nei week end?
Nei momenti di scoraggiamento di cui parlavo prima, succede che rimpianga l’idea di lavorare in un ufficio in cui recarmi dalle 8 alle 17 vestita elegantemente; ma per fortuna è solo la rabbia del momento a parlare. Sono felice della scelta fatta e amo il mio lavoro, mi piace pensare che il mio weekend sia quando voglio io, o meglio quando la natura e il clima me lo permettono, ma trovo preziosa la possibilità di gestire il mio tempo e il mio lavoro, scegliendo in prima persona cosa e come fare, assumendomi anche rischi importanti, ma alla fine poter essere orgogliosa del traguardo raggiunto.

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